Se ne fa un gran parlare al punto che, a volte, entriamo in difficoltà. Quali sono i cibi a maggior rischio? Quali disturbi possiamo aspettarci? Non saranno le intolleranze un problema sopravvalutato? Sicuramente spesso è mal gestito. Facciamo test su test, eliminiamo gli alimenti, e non riusciamo a trovare il bando della matassa

Ma da cosa dipendono queste benedette intolleranze? 

Sintomi comuni

Pancia gonfia, dolori addominali, nausea, diarrea, coliche, flatulenza, gonfiori… ma anche mal di testa, eczemi, pruriti e persino disturbi respiratori. 

Alcuni di questi sintomi potrebbero far pensare ad un’ allergia. Ma esiste una grossa differenza tra intolleranza e allergia. Con l’intolleranza, i sintomi si manifestano nel tempo, oppure, in casi più gravi dopo circa due ore dall’assunzione dell’alimento non tollerato.  L’allergia, invece,  è uno stato anomalo di reattività del sistema immunitario: le nostre difese attaccano alcune proteine presenti nei cibi.

Le intolleranze più conosciute

Lattosio, grano, formaggi, insaccati, alcuni tipi di pesce, farmaci, vini, solanacee (melanzane, peperoni, pomodori..).

Le intolleranze non esistono

Prima di continuare a scrivere, devo confessarvi una cosa: non credo alle intolleranze e nemmeno ai rimedi e alle metodiche veloci che si usano per contrastarle. 

Con il termine “intolleranza” raggruppiamo una moltitudine di fastidi e sintomi, come quelli sopra elencati, ai quali non riusciamo a dare un reale significato né una soluzione realmente efficace. Giusto?  Sappiamo solo che ad un certo punto della nostra vita sono comparsi gonfiori dopo aver bevuto per anni il latte.

“Ma io ho sempre bevuto il latte?! Cosa mi succede adesso?”- Ci siamo chiesti! 

Oppure arrivano le coliche quando mangiamo pane, pasta e derivati.  Per non parlare delle scariche di diarrea che arrivano dopo aver banchettato con amici e parenti, magari durante le festività.

Le intolleranze ai cibi e i fastidi che percepiamo, altro non sono che un campanello d’allarme col quale il nostro organismo vuole comunicarci qualcosa che non va come dovrebbe. Vorrebbe dirci che è in uno stato di infiammazione che perdura da tempo e che non riesce più a gestire. Ha, dunque, bisogno di noi e della nostra piena attenzione. 

Le intolleranze non esistono: esiste l’infiammazione

Prima di inserire tanti cibi sulla lista nera e sottoporci a drastiche diete, bisogna comprendere l’origine del problema. E’ molto difficile e dispersivo andare di agire sui singoli alimenti, non trovate? E’ difficile capire cosa ci fa realmente male, soprattutto se siamo in uno stato avanzato di non tollerabilità, e tutto quello che mangiamo ci fa male. Vi sarete sicuramente accorti che,  togliendo quei cibi che pensavate essere la causa di tutti i mali, la situazione non è poi cambiata di molto. All’inizio si potrebbero avvertire dei miglioramenti ma comunque continuiamo ad essere sensibilissimi.  Questo perchè la soluzione non risiede nell’eliminare l’alimento ma andare ad agire sul terreno, sullo stato infiammatorio, sulla digestione, sul riportare l’organismo ad uno stato di vitalità. 

3 chiavi per guarire le intolleranze

Prima chiave: disinfiammare e a disintossicare l’intero organismo.

Disinfiammare vuol dire togliere l’infiammazione. L’infiammazione è la reazione dei tessuti irritati dell’organismo, caratterizzata da calore, arrossamento, gonfiore e dolore. Dove c’è infiammazione quindi c’è tanto fuoco. Quando il fuoco divampa brucia. Vi invito a immaginare il vostro corpo infiammato dall’interno:

Che aspetto avrà il vostro stomaco, l’intestino, la pelle, il fegato ecc? 

La disintossicazione è una pratica potentissima che chiamo in due modi: “salva vita” e “di lunga vita”.

Aiuta il nostro organismo a purificarsi dalle tossine che si accumulano nel tempo a causa di inquinanti ambientali ed elettromagnetici, per l’abuso di farmaci, per il cibo spazzatura, per le sostanze chimiche e metalli pesanti che inaliamo attraverso smog, cosmetici, prodotti per il corpo, prodotti per la casa, per lo stress fisico-psichico-emozionale a cui si è sottoposti.  

La disintossicazione è dolce ed avviene grazie alla sinergia di pratiche naturali, cibo vivo, vitale ed energetico, piante medicamentose, che rimuovono e lavano dai residui tossici e disinfiammano l’organismo predisponendo all’auto-guarigione. 

La disintossicazione è una pratica da fare sia come prevenzione che come cura, per ogni tipo di problematica.

Prima di tutto disintossica e disinfiamma! Il fondamento del metodo di Nutrizione Vitale è proprio la detossinazione. Qui potrai scoprire il mondo della detossinazione e iniziare a sperimentare con dolcezza la pratica, comodamente da casa.

Seconda chiave: riorganizzare lo stile alimentare 

Come ti alimenti? 

Mangi cibi vivi e vitali o preferisci alimenti non propriamente salutari? 

Se la nostra dieta di base si basa su cibi confezionati, congelati, trasformati e “morti” (senza energia vitale all’interno) diventa normale sviluppare l’infiammazione.

” E’ la dose a fare il veleno”

Questa massima di Paracelso si applica pienamente alle intolleranze alimentari, in cui la gravità dei sintomi dipende dalla quantità e dalla qualità di cibo che abbiamo ingerito. 

Riorganizzare lo stile alimentare, vuol dire prima di tutto, rendersi conto di cosa mangiamo e di come mangiamo. Molti, per esempio, si lamentano di soffrire di un’intolleranza al glutine (non la celiachia) e si attribuisce al grano o altri simil-cereali la responsabilità dei vari disturbi. Il vero problema è che si consumano troppi prodotti a base di farina di grano, quasi sempre super raffinata (manitoba, 00, OGM) e spesso di cattiva qualità. La lista è lunga: cornetti, merendine farcite di additivi, pane a lunghissima conservazione con alcool aggiunto, fette giganti di pizza addizionate con glutine, panini super lievitati, tramezzini imbustati, dolci super dolci , ricchi di zuccheri raffinati, di coloranti ecc.

Alla fine, convinti di essere intolleranti al grano, ci si leva letteralmente pane, cereali e pasta di bocca, alimenti alla base della nostra alimentazione.

La soluzione è fare ordine e aprirsi alla conoscenza del vero nutrimento.

Bisogna nutrirsi in modo coscienzioso e consapevole, aprendosi alla saggezza della Natura, alla stagionalità dei cibi vivi e vitali che ci offre come miglior nutrimento e miglior cura.   

Terza chiave: prendersi cura del proprio mondo interiore 

L’intolleranza al cibo può esprimere un disagio profondo dell’anima, del nostro mondo interiore:

Cosa non tolleriamo? 

Le intolleranze si manifestano sempre per quei cibi ai quali siamo particolarmente legati e senza i quali ci sentiamo persi, svuotati, nervosi, impauriti. Le frasi tipiche di una persona che sa di dover eliminare quel cibo tanto amato per un determinato periodo di sono:

“Adesso che mangio?”, “Non potrò mangiarlo per tutta la vita?”. 

C’è un’intolleranza e un amore verso l’alimento, è diventato una droga e produce una sorta di dipendenza. Questa può essere una dimostrazione che l’intolleranza non è solo una moltitudine di disturbi, è qualcosa di molto più profondo che passa attraverso le emozioni e la psiche. 

Il significato simbolico degli alimenti: 

IL LATTE: l’intolleranza al lattosio (o al latte) può segnalare un difficile rapporto con la madre: sia come persona fisica, sia come “principio”

IL FRUMENTO: al contrario, un rapporto critico verso la figura paterna si esprime simbolicamente con l’intolleranza ai cereali, specialmente al grano. 

LE UOVA: può simboleggiare il figlio. Tuttavia, non bisogna dimenticare,, l’associazione con l’uovo primordiale, simbolo della cosmogenesi. Questa intolleranza può significare un disarmonico rapporto col “creato”. 

LE CARNI ROSSE: hanno il colore del primo chakra che rimanda agli istinti basilari, all’aggressività, e rappresentano anche il sangue. L’intolleranza può rappresentare il rifiuto verso l’istintualità e la combattività. 

IL PESCE: richiama l’elemento acqua femminile (ma non in relazione alla maternità). Sia la sensazione tattile del pesce, sia il suo colore richiama ambiti emozionali più “tenui” rispetto alla carne. Per analogia il richiamo è con la sfera della sensualità e sessualità.

Tutto il cibo rimanda al piacere, al godimento. Quando mangiamo un buon cibo godiamo. Sentiamo un senso di appagamento di completezza, il cibo riempie i vuoti, placa le tensioni e rasserena. Il cibo diviene rifugio e esperienza di piacere, per questo è strettamente collegato alla sessualità, alla creatività, alla fantasia al lasciarsi andare. 

Le persone che mettono in campo un atteggiamento molto rigido, con troppe regole, pensano molto e tendono al controllo, sono super critiche, sviluppano tutti quei sintomi che chiamiamo intolleranze.

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