La Semina onirica

I frutti della lettura dei sogni sono un dono talmente prezioso che talvolta vale la pena non solo occuparsi della lettura di un sogno spontaneo, ma anche di “seminarne” uno per avere una risposta ad un determinato problema o situazione che non sappiamo come gestire.

Il contenuto del sogno deve essere però preparato -come si preparano i semi da interrare o come vengono covate le uova– e questo avviene a seconda dell’intensità del desiderio del sognatore di avere una risposta dalla dimensione onirica, che può arrivare aperta o con dettagli specifici (es.: “nel mio sogno desidero volare, in modo da vedere…“).


Perché seminare un sogno?

Nell’antica Grecia le incubazioni oniriche erano largamente diffuse ed erano praticate a scopo di guarigione nei templi di Asclepio. Nato uomo, Asclepio era un medico divenuto prima eroe-semidio per le guarigioni operate, poi dio della medicina.

Le fonti storiche ci hanno trasmesso quali erano le tappe dell’incubazione:

  1. un desiderio vivo di ricevere un sogno-risposta. Asclepio conosceva profondamente la natura umana e “la risanava con mitezza ed equilibrio”. Il medico deve rendersi conto che persino gli elementi più ostili tra loro nel corpo, convivono e si armonizzano.” Poichè essi si manifestano nel campo onirico dell’ ammalato, era lui stesso che desiderava ardentemente “consegnarsi” in sogno al dio guaritore.
  2. Il pellegrinaggio. Esistevano oltre quattrocento templi di Asclepio in tutta la Grecia, sebbene il principale fosse ad Epidauro. I pazienti si mettevano in cammino verso il luogo sacro, attivando con ciò tutti gli “strati”, anche quelli più profondi, della persona.  Questa è metafora del viaggio profondo dentro se stessi. Se l’ammalato non aveva la forza di recarsi di persona al santuario poteva inviare al tempio un sostituto che ricevesse per lui il sogno terapeutico. Arrivati a destinazione, prima di entrare nel tempio i pazienti dovevano purificarsi con bagni e riti di offerta.
  3. L’entrata nel sacro dormire. Finalmente l’entrata nel sacro dormitorio, dove ogni ammalato si sdraiava sul proprio kline, il precursore del moderno lettino della psicoanalisi, da cui proviene la parola italiana “clinica”. Lì si predisponeva ad aspettare la notte, già grato al dio Asclepio per il dono del sogno guaritore che avrebbe ricevuto.

Tale pratica, così accuratamente preparata: sia a livello fisico con lunghe camminate, sia a livello psicologico per il sentito desiderio, sia a livello religioso con fervide preghiere, suppliche ed esercizi rituali, ottenne risultati sconvolgenti. Infatti molti ammalati si svegliavano guariti e liberati dalle loro malattie, oppure nei loro sogni ricevevano dal dio precisi consigli ed istruzioni per la loro guarigione.

Sono arrivati fino a noi numerosi casi di guarigione, testimoniati dalle stele che raccontano i sogni terapeutici. Infatti l’ammalato era obbligato a trascrivere il suo sogno in segno di riconoscenza al dio e per la edificazione della fede degli altri.

Vediamo ora come la semina onirica possa esserci di aiuto allo stesso modo in cui gli antichi greci la utilizzavano.  


 

Come seminare un sogno sogno

Ciò che chiamiamo “sogno” è un altro tipo di percezione rispetto a quella dello stato di veglia: non c’è perciò, ne’ da intimidirsi né da stranirsi per il fatto che sogniamo.  Siamo così: sogniamo.

La parola “sogno” è un’etichetta, ma la dimensione onirica è polivalente e anche se la scienza non ha ancora comprovato l’esistenza delle varie dimensioni e la loro misura, l’atteggiamento giusto verso i sogni è quello di  comportarsi come delle persone accoglienti che aprono la porta di casa propria a coloro che bussano.

Il sogno proviene dal nostro subconscio.

Tutti i sogni sono positivi, anche gli incubi; è opportuno però ricordare che non siamo obbligati ad accettare forzature: si  può tranquillamente rifiutare ad un incubo l’accesso alla nostra persona con un semplice diniego: “no grazie, ora devo riposare”. Nessuna entità può violare la nostra“privacy” onirica se non le si da il permesso. Persino Dio rispetta tutte le umane scelte, compiute per mezzo del libero arbitrio. Più elevati e puliti si è, più ci si allontana da elementi che potrebbero infastidire. In questo senso il condurre uno stile di vita sano e piuttosto regolare con un amore ordinato e maturo verso se stessi aiuta molto.

ABITUDINI CHE AGEVOLANO L’ACCOGLIENZA E L’ARMONIZZAZIONE DEGLI ELEMENTI ONIRICI:

  • sospendere con un po’ di anticipo le attività della giornata,
  • avere uno spazio-tempo di quiete e tranquillità prima di addormentarsi,
  • ritirarsi una mezz’ora prima per meditare,
  • mantenere una certa regolarità nell’orario in cui si va a dormire,

Questi punti agevolano l’accoglienza e l’armonizzazione degli elementi onirici, dei semi di inconscio disposti a sbocciare nella nostra consapevolezza, purchè amichevolmente accolti.


 

Preparazione remota

Non c’è dubbio che, come si è visto nelle antiche culture, il primo passo fondamentale per qualsiasi tipo di semina onirica è desiderare di fare un determinato sogno. L’intensità del desiderio è direttamente proporzionale all’abbondanza o alla povertà dei risultati.

E’ una pratica sconsigliabile per le persone scettiche, per quelle che si forzano o sono poco convinte; sarebbe controproducente perché raccoglierebbero solo i frutti del loro scetticismo: non verrà ricordato nessun sogno o ci saranno sogni confusi e pieni di conflitti.

Corrispondentemente all’intensità del proprio desiderio, si deciderà quanto tempo dedicare alla preparazione della semina onirica.

Per esempio: alcuni giorni o un’intera settimana prima di quello scelto per fare il sogno-risposta, ci si propone di fare un sogno che risponda ad un determinato interrogativo. Se si fosse scelto il prossimo sabato per avere il sogno-risposta, già dal lunedì precedente si prepara una domanda, chiara e semplice, a cui non si sappia rispondere nella realtà da svegli, per poter seminare il “dialogo col piano di sotto”.

Ecco alcuni esempi di domanda, la cosiddetta “frase seminale”:

  • Perché ho tanta paura in tale situazione?
  • Come sarebbe la mia vita se io cambiassi in tale modo?
  • Che cosa sta succedendo nelle mie relazioni con X?
  • Come posso essere più creativo in tale lavoro?
  • Come posso migliorare la mia meditazione?
  • Come superare tale difficoltà o “difetto” del mio carattere?
  • Che cosa posso consigliare a X?
  • Che cosa significa questo sogno che ho fatto e che non riesco a capire?

Ogni sera della settimana (che corrisponde al pellegrinaggio degli antichi),  scaricata ogni tensione o ansietà, abbandonandosi anche fisicamente all’esperienza  onirica (da evitare i periodi di grande stanchezza fisica), prima di addormentarsi, si esprima mentalmente e brevemente  il desiderio di avere il sogno-risposta e si pronunci il testo della domanda preparata.

Questo momento “di attesa”  é la fase di incubazione del sogno, il periodo in cui gli antichi pazienti di Asclepio trascorrevano sdraiati sul kline. In questa fase le onde cerebrali sono di tipo alfa.


Preparazione vicina

  1. L’intera giornata scelta per ricevere il sogno-risposta è l’ultimo tempo propizio per la preparazione, che dipende dall’interesse e dall’ attenzione del sognatore. Ogni volta che durante la giornata sale spontaneamente il ricordo della semina, gli si risponde ripetendo una o più volte una frase come: “Questa notte incontro la soluzione per tale mia situazione”, oppure “Questa notte vado a riposarmi in un bel paesaggio”, o un’altra frase a libera scelta. Si può anche visualizzare il tema del sogno desiderato. L’atteggiamento ideale è vivere la giornata con un certo distacco, come se anche la vita cosciente fosse un sogno.

 

  1. La sera, nell’ultima ora di veglia, immediatamente prima di andare a letto, si completa la preparazione scrivendo la domanda su un foglio e scrivendo il perché la facciamo. Questa breve riflessione sui motivi e qualche breve appunto su eventi della giornata che ci sembrano rilevanti costituiscono l’ultima importante tappa della semina onirica. Lasciare poi il foglio sotto al cuscino o sul comodino, insieme a un foglio bianco e a una matita (la penna potrebbe non scrivere) per segnare eventualmente durante la notte una o due parole che ci ricordino il sogno-risposta al mattino.

 

  1. Infine l’esercizio concreto della semina. Da sdraiati, quando si sente di volersi addormentare,  si ripete pian piano e sottovoce, per tre o quattro volte la domanda.

 

Il materiale onirico che arriverà in questo modo sarà molto più facile da leggere, poiché orientato a rispondere ad una domanda che abbiamo seminato per una settimana.

Alcune semine, a seconda dell’intensità del desiderio di sognare su quel tema a noi caro, producono il sogno-risposta già la prima o la seconda notte della preparazione remota.

In alcune esperienze di laboratorio onirico la semina si fa anche in gruppo per aiutare uno dei membri: ogni partecipante rinuncia alla proprietà del suo sogno per quella notte e accetta di sognare una risposta al problema (sconosciuto) dell’individuo che ha chiesto aiuto.


 

Semina e discernimento

Anche se la semina onirica ha fornito alla vita spirituale di molte persone notevole aiuto, va detto che non siamo vincolati né dobbiamo sentirci condizionati dai possibili  suggerimenti dei sogni-risposta.

E’ indice di responsabilità e maturità conservare la propria libertà di scelta riguardo a ciascun suggerimento che viene dal mondo onirico, ricordando il libero arbitrio nel decidere con serenità se seguire o meno le indicazioni che riteniamo inadeguate.

Sarebbe infatti sbagliato lasciarsi manipolare cedendo ad una sorta di “ideazione magica”, proprio all’opposto del dono di consapevolezza contenuto in un sogno letto con discernimento, catalizzatore di evoluzione e benessere personale.


Laura Robuffo

laura_robuffo

Psicologa jr. 

Counselor relazionale 

Esperta in interpretazione dei sogni e Ideatrice del Metodo LES, Lettura Evolutiva dei Sogni.

Divulgatrice del metodo MPA, meditazione profonda e autoconoscenza di M. Ballester SJ.

 

Per consulenze individuali e lavoro sui sogni: 

e-mail: laurarob@live.it

cell: 3400568243

 


Bibliografia:

Meditare un sogno, Mariano Ballester, Padova 1989

Platone – Convivio 186 D

Mariano Ballester, Meditazione Profonda e Autoconoscenza, Padova 2007


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