Quello che leggerete è stato scritto da Serena, una donna che ha vissuto l’esperienza del LEE (Lavaggio Energetico Emozionale) metodo del dr. Nader Butto.
Come dico a tanti di voi, che chiedono informazioni rispetto al trattamento, il LEE non è facile da spiegare a parole, bisogna viverlo…:-)
Serena, ha sentito nel profondo del suo cuore, che questo trattamento l’avrebbe aiutata e con fede si è lasciata guidare dalle sue intuizioni. Dopo aver sperimentato il LEE ha deciso volontariamente di scrivere la sua esperienza e di inviarmi il suo racconto.
Leggere il racconto mi ha commossa, perché ho percepito che qualcosa in lei è sbocciato…
Grazie cara Serena per voler condividere con la community di Dottoressa Natura, e non solo, la tua esperienza.
♥
Scelgo liberamente di condividere la mia esperienza e do il consenso a Federica per pubblicarla, perché possa essere di beneficio e ispirazione per quanti stanno cercando un cambiamento interiore e perché credo nella forza della divulgazione di messaggi come questo che possono contribuire allo sviluppo della coscienza spirituale nell’essere umano. Mai come ora necessaria, per transitare questo momento evolutivo decisivo nella storia dell’umanità e della terra”.
-Serena-
DottoressaNatura
Liberazione
ha” (Matteo 25,29)
Mi svegliavo tutte le notti alla stessa ora: le 4:00, come se avessi puntato una sveglia invisibile.
Vivevo giornate di vera e propria tortura, in cui
riuscire a trascinare il mio corpo a casa dopo il lavoro era un’impresa titanica.
L’insonnia ti toglie tutto: in primis la voglia di vivere visto che la mancanza d’energia ti corrode fino al midollo.
Un solo desiderio: dormire. A volte perfino morire, pur di non sentire.
La lista di tecniche e rimedi provati in questi anni è tanto estesa quanto tragicomica. Se provo a rileggerla ad alta voce, alcuni dei nomi che seguono mi risultano esilaranti:
Terapia sistemica, cognitivo-
comportamentale, rapid therapy transformation, agopuntura, riflessologia, pulizia dell’aura, canalizzazione, radiofrequenze, fiori di Bach, fiori californiani, magnesio, passiflora, jin shin jitsu,
chi kung, yoga, thai chi, mindfulness, tecniche respiratorie varie, preghiera, camminate,
palestra, audio con ipnosi, corsi di igiene del sonno e infine il classico dei classici: Valium.
Sicuramente la lista è ancora più lunga, solo che la mia memoria, corrosa dalla mancanza di
sonno, non mi permette di ricostruire il mosaico completo.
L’inizio della ricerca
lavaggio energetico emozionale
Arrivata al capolinea di quest’odissea senza risultati, riscopro grazie a un video di youtube, la figura di un medico, il dr. Nader Butto, che avevo conosciuto tanti anni fa in una sua conferenza, il quale mi aveva entusiasmato.
Il video in questione parlava di una tecnica, il Lavaggio Energetico Emozionale, messa a punto da lui stesso per sbloccare in profondità emozioni e traumi rimasti imprigionati nel nostro corpo, nella nostra memoria cellulare ed energetica.
Così, come ero solita fare, mi sono messa subito all’opera, cercando su “Dio Google” un terapeuta che praticasse questa tecnica.
Il risultato della mia ricerca mi sorprese enormemente perché trovai ciò che cercavo in un piccolo paese nel sud della Puglia.
Curiosamente, l’operatrice del metodo del dottor Nader Butto, si trovava accanto al paese in cui era nato il mio migliore amico Roberto. Diedi un’occhiata al sito della terapeuta e quello che vidi – la sua storia, l’espressione del suo viso che campeggiava nelle foto, le informazioni dettagliate sulla tecnica – mi spinse a chiamarla subito.
Eccomi dunque al telefono con una persona a me sconosciuta eppure così vicina nel suo approccio, nel suo modo di parlare, nella luce e
nell’amore che emanava anche solo attraverso la sua voce.
Ascoltò il mio problema, fece un’analisi energetica a distanza e mi diede subito un indizio di ciò che aveva trovato dicendomi:
“non dormi perché non sei nella tua missione, la tua anima sta gridando, per questo ti svegli la notte, perché tu ti renda conto che sei sulla strada sbagliata“.
Decisi di prendere un appuntamento con Federica, così si chiamava quest’angelo caduto dal cielo, che mi aveva ascoltato e esaminato senza chiedermi nulla in cambio dedicandomi mezz’ora di ascolto attivo ed amoroso.
In Viaggio
Approfittai delle mie vacanze estive per aggiungere questa tappa al mio consueto viaggio in Italia per vedere la mia famiglia, alla quale naturalmente non dissi nulla.
Arrivo a destinazione dopo un lungo tragitto costellato da continui cambi: aereo, frecciarossa, regionale, altro regionale: l’ultimo sembrava un treno del farwest, uno di quei treni che non vedevo dai primi anni ’90, quando feci il mio ultimo viaggio in Puglia per andare a trovare mia nonna.
Avevo preso una stanza in un bed & breakfast che si trovava proprio di fronte allo studio di Federica.
Quella mattina mi sono svegliata presto e senza sveglia con la voglia e l’entusiasmo di iniziare questa nuova avventura. Mancavano ancora un paio d’ore all’appuntamento, così ho approfittato per e fare un bel giro e vedere il paese.
Mi accorgo subito che molto vicino al bed & breakfast si trova una bella chiesetta, molto caratteristica per una statua della Madonna tutta dorata che svetta sulla cima del campanile.
Decido di entrare e mi sento catapultata come da una calamita nella sacrestia che si apre a sinistra vicino all’entrata. Lì dentro c’erano una serie di statue di Santi e subito mi sono sentita attratta da una in particolare: quella di Padre Pio che era estremamente realistica e a grandezza naturale.
Da più di trent’anni non facevo questo tipo di cose ma in quel momento sentì di pregare davanti a quella statua.
Anche io stavo adesso facendo quello che avevo visto fare molte volte a così tanta gente che consideravo incolta, pecorona e ai limiti della stupidità.
Solo così poteva finalmente uscire dalla chiesa. Con buona pace mia, di mia madre e di mia sorella, spettatrici incredule, annoiate e a volte inorridite da quella bizzarra cerimonia.
Chi l’avrebbe mai detto!
Adesso toccava a me: sorta di reincarnazione della nonna devota e timorata di Dio! Ebbene si, ho sinceramente chiesto a Padre Pio, pregando davanti alla sua statua, che questa volta fosse quella buona, che questo trattamento funzionasse davvero e mi restitutisse il sonno e la pace una volta per tutte.
Non mi ero sentita né stupida né pecorona nel compiere quest’atto, anzi, era stato così bello guardare e chiedere con sincero amore e devozione a questo frate cappuccino
con i suoi occhi così dolci.
Esco dalla chiesa e vado a prendere un caffè. Sulla parete dietro al bancone una sopresa: proprio una foto di Padre Pio. Mi fa sorridere e lo prendo come un buon segno.
Sono pronta!
Lavaggio Energetico Emozionale
Finalmente è arrivata l’ora dell’appuntamento e un po’ nervosa mi avvicino allo studio di
Federica che è giusto accanto al bar.
Mi colpisce il primo contatto: una ragazza solare dal sorriso pulito e luminoso mi avvolge in un abbraccio caloroso. So che è una di quelle “giuste”, una di quei terapeuti che lavorano dal profondo della propria anima.
Dopo una lunga conversazione, domande per comprendere cosa mi succede, qual’è realmente il mio problema, la causa, le radici, mi fa scoprire il Codice Umano.
Riesco a vedere chiaramente molti lati della mia personalità, del mio carattere, dell’energia maschile che predomina in me rispetto a quella femminile. Grazie al Codice Umano riusciamo ad avere un’idea più chiara delle mie attitudini e dei talenti che potrebbero esprimersi pienamente nel campo della managerialità e della leadership.
Quello che attualmente faccio nella vita, come lavoro, è completamente lontano da tutto questo. Di primo acchito sento che queste qualità mi appartengono, ma non so come poterle manifestarle.
Con questa riflessione e con tutto il coraggio che riesco a sentire dentro, sono pronta a ricevere il Lavaggio Energetico Emozionale.
Il mio lavaggio energetico emozionale
Adesso inizierà una pratica in cui ho riposto tutta la mia fiducia per guarire la mia anima. Federica accende una musica orientale a volume abbastanza sostenuto, spiegandomi che serve ad accompagnare “il viaggio ” del Lavaggio Energetico Emozionale.
Mi chiede di chiudere gli occhi, di fare qualche respirazione profonda, di visualizzare una luce blu che entra dalla fontanella della mia testa per poi attraversare il mio corpo fino al coccige e continuare il suo percorso lungo la schiena per riuscire dalla testa.
Mi chiede di inspirare ed espirare in modo più intenso, velocemente, dalla bocca.
So che questa è la respirazione che porta a stati non ordinari di coscienza e non pongo nessuna resistenza, sono pronta a volare, non importa dove, ho fiducia nella mia anima, so che qualsiasi luogo in cui mi condurrà sarà quello giusto per me in questo momento della mia evoluzione.
È come se il mio essere avesse cominciato in qualche modo a rarefarsi, qualcosa che in un modo riduttivo potrei definire come viaggiare in uno stato fra il sonno e la veglia.
Federica applica una digitopressione intensa in alcuni punti del mio corpo mentre continuo a respirare, ma quando arriva alle mandibole sento un dolore particolarmente intenso e mentre mi contorco mi dice nell’orecchio che sono i punti della rabbia.
-Mi chiede- “Con chi sei arrabbiata?” “Con mio padre!” -rispondo-.
“Perché?” -mi chiede lei-
“Perché non mi ha amato” -e poi continuo- “e con mia madre” -e poi ancora- “con tutti!”.
A quel punto inizio a sentire qualcosa di mostruoso che emerge sempre di più, sempre più forte: odio verso Dio, un intenso odio verso Dio che comunico a Federica.
Inizia a bussare alle porte della mia anima qualcosa chiedendo di uscire.
Inizio ad avere dei forti conati, più che conati direi, sforzi enormi per fare uscire questo qualcosa che sento nella mia bocca. È stato a quel punto che ho iniziato ad ascoltare Federica pronunciare il Padre Nostro alternativamente al mio orecchio destro e sinistro. E più pronunciava questa preghiera, più i miei conati si facevano intensi, insieme alla sensazione, sempre più forte, che questo qualcosa volesse uscire violentemente da me.
Federica inizia ad alzare la voce e pronunciare il Padre Nostro sempre più forte e velocemente
fino poi a gridarlo. A quel punto esce un urlo violento da me, così violento che il giorno successivo mi farà ancora male la gola.
Poi l’ultimo conato, intensissimo, con il quale l’entità* esce da me. E non solo l’entità, l’espulsione porta con se un grande fiotto di bava che mi sorprende e mi lascia senza forze, ma con un enorme senso di liberazione e leggerezza.
Così, mi adagio, spossata ed estasiata su un fianco in uno stato di pace assoluta e profonda che non avevo mai provato neanche in meditazione.
In quello stesso istante inizia un canto, l’Ajeet el Kursi** accompagnato dalla voce di Federica che continua a cantare. Io sentio di non potermi muovere… sento in me qualcosa di nuovo ed inizio a piangere.
Federica mi prende la mano, ed io riesco solo a dire: “Oddio, Oddio!” Sgomenta e incredula per quanto successo. La dolcezza e la grazia di quel momento sono molto più grandi di queste parole.
Qualcosa di indimenticabile che solo le esperienze culminanti possono restituire all’anima umana. In pochi secondi sono passata dall’odio verso Dio alla grazia di Dio, al sentimento di devozione e ad una improvvisa ed imperiosa necessita di pregare, pregare, pregare, pregare.
Come sincronizzata con questo mio nuovo sentire una nuova canzone inizia a suonare: una
versione sublime dell’Ave Maria cantata nell’antica lingua caldea e sempre accompagnata dalla voce di Federica che continua a cantare.
Non scorderò mai questo momento e ne avrò per sempre nostalgia. Senza dubbio l’esperienza catartica più signficativa, profonda ed importante della mia vita.
La Fede rinnovata
Quando apro gli occhi Federica mi rassicura “…Eh si, succede anche questo…a volte”.
Quando inizio a riemergere da quello stato le chiedo cosa posso fare perché ciò che era
dentro di me non ritorni e lei mi parla proprio di quella chiesetta dove ero stata.
Mi parla di padre G. un sacerdote dall’energia dolce ed accogliente che lei conosce personalemente: “vai a parlare con lui” mi dice.
Ci salutiamo con un abbraccio caloroso.
Esco dal suo studio con la certezza di non poter ripartire senza averlo incontrato. Osservo la
mia maglietta bianca e vedo che c’è un buco generato da una bruciatura: Federica, durante il
momento più intenso, oltre a recitare il Padre Nostro si era messa a bruciare della salvia, pianta che è sempre stata usata per scacciare via le energie negative.
Evidentemente ne aveva bruciata così tanta che era caduto un piccolo tizzone ardente sulla mia maglietta, lasciandomi un bizzarro ricordo di questa bella esperienza.
Guardo il buco e ne vado orgogliosa, visto che il fuoco rappresenta il cambiamento e la rigenerazione. Quando vogliamo disfarci di qualcosa di negativo infatti lo bruciamo.
Arrivata in albergo mi osservo, vedo e sento che la mia maglietta è impregnata di sudore per lo sforzo, la fatica, il caldo, ma è anche impregnata di quella brutta energia che è uscita da me.
Poi vedo il buco del fuoco, della trasformazione, il regalo della guarigione e del cambiamento.
Ho chiaro il da farsi: buttare l’uno e conservare l’altro. Così decido di ritagliare un piccolo pezzo della maglietta intorno al buco da conservare come ricordo e di buttare il resto della maglietta impregnata di sofferenza, di energie pesanti e del passato.
Guardo verso il mio futuro da quel simpatico foro igneo. Mi sento così spossata che decido di buttarmi sul letto, ma non riesco a dormire perché non riesco a pensare ad altro che a ciò che è appena successo.
Sento il bisogno di pregare e proteggermi. Inizio a recitare il Padre Nostro. Poi improvvisamente mi ricordo di una melodia
sublime che ascolto ogni tanto cantata in una lingua slava da un gruppo di monaci ortodossi.
Si tratta della Preghiera del cuore la ripetizione continua e costante della seguente frase: “Signore, Gesù Cristo, figlio di Dio, abbi pietà di me, peccatore”. La metto in play dal mio cellulare e subito la musicalità di questa lingua, la ripetizione continua, il canto e le vibrazioni provenienti dalla preghiera mi raggiungono e mi danno una pace profonda.
Mi sento avvolta dal bene, dal suo rassicurante tepore, la figura del Cristo riappare misteriosamente nella mia vita, dopo tanti anni
di assenza.
Chi l’avrebbe mai detto?
Rimango in uno stato di dormiveglia per un po’, fino a che non mi sento abbastanza ritemprata per alzarmi, mettermi sotto la doccia e cambiarmi per ripartire alla volta della chiesetta e di Padre G.
Ritrovare la strada di casa
lavaggio energetico emozionale
di catechismo e i messaggi sulla colpa ed il peccato dei quali ero stata imbottita per tutta
l’infanzia.
Entrando in chiesa resto ad ascoltare la messa. Sento una vera e propria necessità di fare
la comunione. Questa parola aveva sempre evocato in me file di bambine e bambini vestiti da suore e marinai sorridenti con la bomboniera in mano.
Adesso era peró la vera necessità di unirsi con qualcosa di più alto tramite un rito.
Dopo la messa sono andata a cercare padre G. e ho sentito il bisogno addirittura di confessarmi, di buttare fuori tutto ciò che di più oscuro aveva appesantito la mia anima in tutti questi anni.
Padre G. mi ascoltò senza giudizio e con estrema dolcezza, mi benedisse e mi consiglió di pregare affinché nessuna entità si riavvicinasse mai più a me.
Uscì dalla chiesa felice ed alleggerita.
La stessa sera vengo accolta dalla famiglia del mio grande amico Roberto che vive nel paese vicino e con il quale trascorro una serata meravigliosa.
Mi sento veramente diversa. Posso sentire il flusso d’amore che ci unisce.
Parlando della ragione che mi ha spinta fino lì, accenno alla terapia che ho ricevuto, senza entrare in dettagli e questo fa virare la nostra conversazione verso ciò che veramente mi
appassiona: l’energia, la guarigione e tutto ciò che gira attorno a queste tematiche.
Iniziano a farmi una serie di domande alle quali rispondo con l’eloquenza che caratterizza qualsiasi persona che parli di ciò che l’appassiona veramente.
Mi sento appagata, nel flusso, nell’amore e questo discorso amoroso mi fa sentire con più forza il cammino vitale e professionale che voglio seguire.
Improvvisamente è tutto chiaro, come mi disse Federica durante la nostra prima conversazione: “non dormi perché non sei nella tua missione“.
Adesso ho la certezza di dover cambiare strada. Siamo alla fine di Agosto. Manca solo una settimana al mio ritorno al lavoro.
Devo elaborare la strategia giusta per trovare l’uscita dal labirinto di una vita che non mi
assomiglia.
Adesso so che l’uscita è dentro: in quella pace, in quella preghiera, in quella voglia di fondersi con qualcosa di più alto, ma anche nel dare attraverso l’eloquenza di ciò ci fa vibrare, della passione per ciò che si ama.
A chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza. Ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.
(Mt: 25:29)
*Un’entità è un essere incorporeo, spesso proveniente dalla dimensione astrale, la più vicina alla nostra dimensione fisica. Sono alla ricerca di fonti di energia delle quali alimentarsi e che spesso noi umani gli cediamo incoscimente quando proviamo emozioni di
bassa vibrazione come l’ira, la disperazione, la dipendenza dai piaceri mondani o dalle sostanze che alterano la nostra coscienza come l’alcohol o le droghe.
**Ajeet el Kursi. Il versetto del trono. È il versetto 255 della seconda sura del Corano, dove si esalta la grandezza e la potenza di Dio. È considerato il versetto più potente del Corano e si crede che Hallah fornisca protezione e benedizione a coloro che lo recitano.
Beh devo dire che il racconto di Serena mi ha commosso veramente tanto ed è quello che voglio fare anch’io il LEE per togliermi di dosso tutto il peso di questa vita che non mi ha dato niente e sono sicura che è stato per colpa mia che non ho saputo seguire e capire qual’era la mia missione non ho seguito l’anima ma il mondo . Grazie Federica per quello che fai . A big hug
Ciao cara Flavia,
ti auguro un cammino nella Luce e nell’Amore…
Buon LEE 🙂
Sono senza parole,
il racconto di Serena mi ha commosso perché è da tempo che cerco un rimedio per riportare mia figlia alla vera vita, quella intrisa di luce e di gioia nel cuore.
Vorrei che anche lei facesse la LEE.
Grazie Federica per l’amore che infondi all’Umanità intera.
Grazie a te Maria