Scrivo di Paola, che è arrivata da me disperata, dicendomi di non riuscire più a vivere bene.
La osservo. Paola era molto stanca, il viso pallido, le borse sotto gli occhi.
Il suo volto era segnato, gli occhi spenti. Anche i suoi capelli erano strani, erano crespi e diradati, mi diceva, infatti, di non aver mai avuto dei capelli così tanto brutti come in quel periodo.
Paola è mamma di due bambine di 5 e 10 anni. Una mamma single che ha affrontato molte sfide nella sua vita: si definiva combattente per natura e viveva la vita affrontando quello che le arrivava di petto, spesso con tanta rabbia e aggressività.
Non riusciva a stare ferma, pensava ai mille impegni e alle tante cose da fare.
Era veloce nelle sue attività: camminava velocemente, parlava velocemente, mangiava velocemente, si irritava velocemente.
Viene da me perché è stanca di essere iperattiva anche di notte: “potrei lavorare per 24 ore al giorno senza mai fermarmi. Ma sento che non va bene, sono molto stanca e non ho più la gioia di vivere!” mi dice.
Paola dormiva pochissimo: nel pomeriggio qualche volta o di sera dalle 24 alle 3 di notte.
Le chiesi se questo “ ritmo frenetico” ha sempre fatto parte del suo carattere, rispose di no; tutto ha avuto inizio dalla perdita di un familiare.
Ha iniziato a sviluppare paure e ansie, soprattutto durante la notte.
Avvertiva un senso di soffocamento in alcune ore della giornata.
“All’inizio ho pensato che tutto questo derivasse dalla perdita che avevo avuto, per questo non ho fatto nessuna cura, ho preso dei tranquillanti ed ho continuato la mia vita di sempre”. Mi raccontava che dopo pochi mesi tutto era passato (apparentemente), solo non riusciva più a dormire bene di notte.
Passarono i mesi, ma Paola non prestava molta attenzione al disagio che il corpo le continuava a segnalare, da combattente, lotta fino alla morte: deve badare alle sue figlie, fare il suo lavoro, deve portare a termine tutte le attività giornaliere… deve essere presente in tutto.
Fino a quando un bel giorno non riesce più a ricordare, ha avuto un vuoto di memoria per una giornata. Cosi, spaventata, corre ai ripari.
I disturbi del sonno arrivano per diversi motivi:
- traumi o conflitti irrisolti
- vitalità bassa dell’organismo
- ghiandole surrenali completamente scariche
- fegato stanco che non riesce più a svolgere le sue attività
- infiammazione intestinale
Quando siamo in una fase di stress prolungato il corpo perde pian piano le sue energie, perché non riesce più a sopperire agli sforzi che gli chiediamo di fare. Le ghiandole surrenali allora cercano di sostenere il carico di stress producendo adrenalina prima e cortisolo poi.
Nella curva di adattamento allo stress, l’ormone immediatamente coinvolto in queste prime fasi è l’adrenalina che fornisce un supporto energetico alla reazione attacco/fuga, necessaria per affrontare uno stress acuto.
Quando lo stress da acuto diventa cronico, si verifica un passaggio dalla fase di allarme a quella di resistenza e la risposta attacco/fuga non può più essere mantenuta allo stesso livello. In questa fase la risposta allo stress è sostenuta dal cortisolo. Nelle fasi successive a quelle iniziali, il cortisolo rimane alto per bilanciare la caduta dell’adrenalina. Se lo stress si protrae a lungo e diventa patologico, il cortisolo diminuisce, lasciando un forte senso di astenia e spossatezza.
Ovviamente cortisolo e adrenalina in circolo non aiutano il fegato, che ha triplicato il suo lavoro per ripulire l’organismo da queste sostanze e da tutte le tossine emozionali che derivano da uno stile di vita caotico e frenetico. Poveretto, è troppo stanco, tanto da non riuscire più a svolgere bene tutti i suoi compiti. L’organismo quindi lentamente deteriora, si intossica e si infiamma, perde energia e bellezza, si ammala.
Un corpo infiammato è l’inizio di qualsiasi problema di salute.
Capisco che Paola era “arrivata alla frutta“: ed è proprio dalla frutta che abbiamo ricominciato. 🙂
Abbiamo riorganizzato insieme il suo stile di vita: le sue scelte alimentari sono cambiate, abbiamo introdotto cibo vivo e ed energetico, fatto dei percorsi depurativi, abbiamo “giocato” con i disagi e liberato le emozioni che le impedivano di essere serena. Eh si, ci sono state anche le lacrime, le chiacchierate e gli abbracci che le hanno permesso di guarire dolcemente.
Dopo tre mesi Paola era una stella. Dormiva di notte e anche bene, mi raccontava dei suoi sogni, aveva dimenticato cosa volesse dire sognare in tutti i sensi. La sua pelle era luminosa, i suoi capelli più forti e morbidi, e indossava sempre il suo gioiello preferito: il sorriso. Anche il suo carattere era cambiato: si approcciava alla vita con più leggerezza. Dedicava più tempo a se stessa. Aveva ripreso a cantare, le piaceva moltissimo, e a meditare.
Ho rivisto Paola qualche giorno fa, non la vedevo da qualche mese: una Paola meravigliosa e “spettinata” (le piace che la chiami cosi).
Ahhh! Adesso ha anche un compagno simpaticissimo, viaggiano spesso insieme e si divertono come bambini.
Vedendola così le ho chiesto se potevo scrivere della sua storia e col suo sorriso luminoso mi ha risposto: certo che siii!!! Tutti devono sapere che le scelte giuste, il coraggio, la determinazione e l’ascolto di se stessi, portano ad un cambiamento reale e duraturo.
Grazie Paola per questo importantissimo messaggio.