La responsabilità per la vita
Chi sono io? Chi sta vivendo la vita?”
Chi sta vivendo la vita?
C’è solo la vita. Non c’è nessuno che la vive.
Come vivi la vita?
Tu sei la vita!
Interlocutore: Molte volte c’è questa lamentela riguardo alla mente e al pensiero che si intromettono. Questo è il gioco. Questa è l’emanazione.
Mooji: Mi hai ricordato qualcosa che è successa ieri. Stavamo parlando proprio di questo. Un pensiero, una mente iperattiva, una mente che non si ferma, che pulsa “boom, boom, boom”, non ti impedisce di essere quello che sei.
Tu sei consapevolezza. Non dipende dalla calma della mente.
E’ come se l’oceano richieda che le onde siano calme, più simili a lui. Tuttavia, se c’è una mente rumorosa, la mente rumorosa trae energia da qualche parte. Se non presti attenzione a questo, se trovi questo rumore è perchè, in qualche modo, stai dandogli energia.
Anche dicendo: “Non lo voglio”, gli dai energia.
Se provi a sopprimerlo gli dai energia.
Se ti lamenti gli dai energia.
Se non fingi di ignorare, ma ti allontani da tutto questo e poni l’attenzione sulla consapevolezza in cui questa mente rumorosa sta giocando, diventi tutt’uno con la consapevolezza. La mente rumorosa rallenterà gradualmente.
Non è necessario aspettare che la mente rallenti… ti allontani semplicemente da essa e questa non c’è più.
Non si possono avere entrambe le cose, la mente e la consapevolezza, almeno non per molto. Inizialmente la mente potrebbe essere li, ma gradualmente, man mano che mantieni l’attenzione, diventi tutt’uno con la consapevolezza stessa.
Se esiste una sadhana, è proprio questa. Se esiste una pratica spirituale, è proprio questa. Mantenere l’attenzione solo nella consapevolezza stessa. Quindi di fatto, sei in una sorta di neutralità. Puoi farlo, hai il potere. E come ho detto prima, tante cose non ti disturbano, perchè non ti interessano.
I: Io vedo come se il Sè dimenticasse per ricordare. Il Sè si perde nel proprio sogno per risvegliarsi.
M: Dimentica tutto questo, perchè poi inizi a sviluppare un altro tipo di cose pensandoci troppo. Capisco cosa sta succedendo: il Sè dimentica per assaporare il ricordo. Ora lo sai, dimenticalo e sii semplicemente il Sè.
Sii semplicemente il Sè. Ciò che dico è facilmente frainteso, perchè a volte pensiamo:
“Ma se sono il Sè, allora cosa succederà ?” Dov’è la mia vita? Cosa ci stai dicendo Mooji? Non siamo mucche indiane. Abbiamo una vita, abbiamo cose da fare. Bambini da accudire. Abbiamo un lavoro, cose da fare. Non stiamo semolicemente sdraiati per strada tutto il giorno, mangiando e cagando. Abbiamo una vita. Come puoi dire: “non preoccuparti di tutte queste cose!”.
Non sto dicendo di non preoccuparti, sto dicendo di rimanere come il Sé! Lascia che il Sè si preoccupi della tua vita. Questo è ciò che significa arrendersi. E poi vedrai che le tue paure sono infondate, perchè l’attività della vita non è in conflitto con la Verità.
Se il sentimento “Io” si identifica con il corpo e la persona, allora sarà responabilità della persona prendersi cura della propria vita. Ma se l’ “io” si identifica come coscienza, allora saranno la coscienza e l’universo a prendersi cura del corpo.
Ancora una volta, se il sentimento “io” viene identificato o considerato il corpo e la persona, sarà automaticamente responsbilità della persona prendersi cura di se stessa. Se il tuo “io” si identifica con la coscienza, allora sarà la coscienza a prendersi cura del corpo e lo farà molto meglio di quanto possa fare la persona! Questa è la gioia dell’arrendersi e di coloro che l’hanno visto. Anche se non è la tua strada, se per ora non è nel tuo temperamento arrenderti, ma piuttosto indagare, questa è la tua strada.
Alcune persone hanno paura di arrendersi: “Ah mio Dio. Resa!”, parola terrificante!
Allora chiedi: “Chi sono io? Chi sta vivendo la vita?”
Chi sta vivendo la vita?
C’è solo la vita. Non c’è nessuno che la vive.
Come vivi la vita?
Tu sei la vita!
E allo stesso tempo, in te è testimoniata la vita che si svolge. Anche il sentimento di decidere le cose, di fare le cose è secondario rispetto a quella pura consapevolezza in cui tutto viene percepito.
Sembra molto semplice, forse per alcune persone troppo semplicistico, persino ingenuo da dire, rimanere semlicemente come consapevolezza. Sembra che non sia abbastanza complicato: “Non c’è abbastanza tecnica, non è abbastanza intelligente”. “Restare come Consapevolezza? Quindi non ho tutta queta responsabilità?”. “Ti piace aggiustare il mondo o qualcosa del genere?”
“Che senso ha restare semplicemente come consapevolezza?” Chi dice questo nonl’hai mai sperimentato.
Rimani solo come consapevolezza e poi vedrai che c’è un ordine. Troverai il tuo flusso naturale. Quando vivi come persona, mettendo appunto strategie di esistenza, allora la tua vita scorre, ma scorre come un fiume di fango e melma. Quando realizzi che sei consapevolezza, coscienza, vita stessa, allora la tua vita scorre come un fiume di luce.
Non c’è bisogno di spingerla, non sei preoccupato.
…………..
Se “Io” – il senso dell’io”- si identifica con il corpo e la persona, allora sarà responsabilità della persona prendersi cura della propria vita. Ma se l’io viene identificato come coscienza, allora saranno la coscienza e l’universo a prendersi cura del corpo.
Questa è la gioia di chi si arrende.
Che meraviglia questi spunti così potenti amici ♥
Vi abbraccio con amore….
Federica
Trovate il video in inglese dell’intervista a Moji qui: